Buche,il comune e quasi sempre colpevole

Aperto da Vadocomeundiavolo, 11 Marzo 2013, 21:30:38

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Vadocomeundiavolo

Il principio è chiarissimo: "Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito". Lo prevede l'articolo 2051 del Codice civile che, applicato alle strade, significa una cosa molto semplice: l'ente proprietario della strada è oggettivamente responsabile dei danni provocati ai veicoli in transito dalle buche eventualmente presenti sull'asfalto. Ciò per il solo fatto di esserne proprietario e custode. A meno che egli non sia in grado di provare che l'evento che ha causato il danno fosse assolutamente imprevedibile e inevitabile. In ogni caso l'onere della prova non è carico dell'automobilista vittima di una buca, bensì a carico del proprietario della strada: è lui (il comune, la provincia, la regione, lo stato) che deve provare davanti al giudice di non aver potuto prevedere ed evitare la formazione delle buche sulla strada.

Automobilisti sempre più tutelati. Come si può capire, questo principio, verso cui sempre più frequentemente si sta orientando la giurisprudenza (da ultimo con la sentenza del Tribunale Verona, sez. II civile, sentenza 22 settembre 2012 n° 1951) innalza il grado di tutela accordato agli utenti della strada rimasti vittima di insidie e, specularmente, aumenta il rischio risarcitorio a carico degli enti, soprattutto dei comuni. Infatti, il caso fortuito, l'unica circostanza che in base alla più recente giurisprudenza può escludere la responsabilità dell'ente proprietario della strada, non può identificarsi nella mera assenza di colpa del custode, ma deve risolversi in un vero e proprio fattore oggettivamente individuabile, esterno alla cosa e dotato dei caratteri dell'imprevedibilità e inevitabilità da parte del custode, che incida, interrompendola, sulla serie causale che dalla cosa conduce al danno. Parliamoci chiaro, fuori dal linguaggio giuridico questo principio pone la responsabilità dell'evento in capo all'amministrazione praticamente in ogni caso, visto che dello stato penoso delle strade, soprattutto di quelle comunali, l'amministrazione è perfettamente a conoscenza, essendo impegnata quasi quotidianamente in "rappezzamenti" di fortuna che non risolvono il problema e che, anzi, alla prima pioggia, come tipicamente capita alla fine dell'inverno, lo aggravano.

Ma va provata la relazione buca e danno. Ciò, ovviamente, a condizione che l'automobilista dimostri il semplice nesso di causalità fra la buca e il danno. Che significa? Che dopo aver centrato una buca bisogna fermarsi in condizioni di sicurezza, chiedere l'intervento di una pattuglia di polizia (possibilmente Polizia stradale o Carabinieri), fare delle foto della buca e, se visibile, del danno (gomma a terra, cerchione piegato eccetera). Se invece il danno è accertato successivamente al sinistro, per esempio perché il proprietario del veicolo se ne accorge solo al suo arrivo oppure l'indomani quando la gomma è a terra, bisogna comunque denunciare il sinistro a un organo di polizia stradale che dovrà verificare i danni al veicolo, lo stato del luogo dove è avvenuto il sinistro, la sua compatibilità con la descrizione dei fatti, disporre che il pericolo sia eliminato e, infine, redigere un verbale di accertamento. L'accertamento, sia che venga effettuato nell'immediatezza del sinistro sia che venga effettuato successivamente, serve a raccogliere gli elementi necessari a stabilire o a escludere la relazione di causalità tra buca e danno (a questo proposito può essere determinante la testimonianza di una persona presente a bordo o di un automobilista che ha assistito all'evento) e, quindi, la responsabilità (oggettiva) dell'ente proprietario della strada. Con in mano questo documento si potrà inviare richiesta di risarcimento del danno all'ente proprietario della strada.

Se il comune resiste non resta che fare causa. Attenzione però, tutto ciò non implica necessariamente il pagamento della somma di denaro richiesta. Il proprietario della strada, infatti, potrà sempre negare la relazione di causalità tra buca e danno oppure opporre il principio che la pubblica amministrazione è responsabile dei danni causati dal cattivo stato di manutenzione della strada solo se l'evento è dipeso da "insidia" o "trabocchetto", come spesso in passato si era orientata la giurisprudenza. In base a questa interpretazione, infatti, spetterebbe all'automobilista provare l'esistenza di una situazione di non visibilità e non prevedibilità del pericolo, provare il fatto che la strada presentasse una situazione di "pericolo occulto non visibile, prevedibile ed evitabile dall'utente con la normale diligenza". Insomma, una strada un po' più impervia per ottenere il risarcimento del danno subito. In entrambi i casi, comunque, non resterebbe che adire le vie legali, con tutte le incognite, i tempi e i costi legati a un procedimento civile.
Arteon Shooting Brake R



linus16

Meglio lasciar correre e pagarsi i danni almeno finisci lì, se no non ti passa più se vinci, vanno in appello loro se perdi, vai in appello tu. Minimo passano 10anni e tanti soldi tra avvocati e tribunali.

ICEMAN

stasera mentre rientravo a casa faccio per uscire dal raccordo imboccando il tratto roma/firenze...noto una buca/cratere e subito una,due,tre auto ferme...tutti a sostituire gli pneumatici...
roma con sti tre giorni di pioggia è diventata un colabrodo...attenzione...
il secondo è il primo degli ultimi. E.F.

🡱 🡳