I poveri muoiono fate presto [Lungo]

Aperto da Vadocomeundiavolo, 26 Aprile 2013, 15:28:09

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Vadocomeundiavolo

 Dalle Alpi alla Sicilia la situazione non cambia di molto: l'esercito dei poveri è lievitato al punto da mettere a dura prova persino le strutture cattoliche.Le Caritas segnano un più 16,7% delle richieste e fanno fatica ad andare avanti, anche se dai freddi numeri non sempre si riesce ad avere un quadro esaustivo della disperazione sociale. Senza interventi strutturali il perdurare della crisi rischia di stritolare quella formidabile rete che finora non solo aveva retto ma era riuscita a far fronte alle burrasche, provvedendo alle fasce più deboli. Ormai nelle mense parrocchiali non si incontrano più solo gli stranieri o i senza tetto, ma famiglie normali soffocate dai debiti, dalla mancanza di lavoro, anche da una malattia improvvisa. Tra tutte le regioni italiane quella messa peggio è probabilmente la Campania dove nelle mense stanno venendo meno le riserve alimentari. «Dire che siamo sull'orlo dell'abisso, del precipizio è poco» afferma don Vincenzo Federico, delegato regionale Caritas Campania. «Le Caritas sono al tappeto ma sembra che sia calata una strana rassegnazione». L'8 PER MILLE La Chiesa attinge ai fondi dell'8 per mille ma diverse realtà istituzionali, come Comuni e Regioni, sono inadempienti e non pagano da tempo servizi sociali convenzionati. Alcuni giorni fa il cardinale Sepe ha denunciato che «gli istituti religiosi e le Caritas parrocchiali sono allo stremo». Basti pensare che il Comune di Napoli è inadempiente per 80 milioni di euro nei confronti di case famiglia, strutture sociali, comunità di minori e per anziani. «L'elenco delle strutture cattoliche che in questo contesto continuano ugualmente ad erogare servizi è lungo. Sono migliaia gli operatori che vengono a lavorare praticamente gratis. Nel salernitano, per esempio, c'è un centro diurno per disabili dove gli operatori non vengono pagati dal 2012» aggiunge don Vincenzo. L'orlo del fallimento del sociale si avvicina e viene misurato quotidianamente per via dei brutali tagli al welfare, dei cali di donazioni da parte dei privati, o delle riduzioni di offerte. Qualche esempio di una situazione che si è aggravata parecchio negli ultimi sei mesi: «Ci sono famiglie che tolgono gli anziani dai pensionati per non potere più far fronte alle rette, genitori che rimandano le cure dentistiche dei figli, nuclei dove non lavora più nessuno da tempo e che hanno ripreso a coltivare i cosiddetti orti di guerra per garantirsi almeno la sopravvivenza». Al Nord la situazione non è più rosea. Nella piccola realtà lombarda di Crema «un terzo dei richiedenti è costituito da famiglie che prima non avevano mai chiesto aiuti» snocciola i dati Claudio Dagheti, responsabile diocesano. Ci sono divorziati ma anche single. «La crisi sta disgregando anche le stesse famiglie andando ad incidere direttamente sulle relazioni familiari». LA CRISI DEL LAVORO A soffrire sono coloro che hanno anziani a carico ma con redditi insufficienti perché magari in cassa integrazione oppure perché lavoratori impiegati saltuariamente o in nero. In Liguria la musica non cambia. I pacchi alimentari faticano ad arrivare. L'Osservatorio nazionale della Caritas ha suddiviso in cinque tipologie di persone a forte rischio di esclusione sociale che si sono avvicinate per disperazione alle strutture cattoliche: ci sono gli adulti, di età tra i 40 e i 50 anni, disoccupati dopo una vita di lavoro regolare; i giovani adulti costretti a cambiare continuamente lavoro e mansione; i piccoli imprenditori spazzati via dalla crisi; gli anziani con a carico figli e nipoti disoccupati; e infine gli immigrati regolari, ex utenti della Caritas che ritornano a chiedere aiuto. Insomma, sintetizzano alla Cei, «il profilo medio si sta riavvicinando ai modelli di povertà estrema del passato». Dal IV Censimento nazionale dei servizi socio assistenziali cattolici che operano in accordo con gli enti pubblici emerge una diminuzione delle strutture convenzionate, dal 32,7% del 1999 al 18% del 2009. Mense, centri di erogazione di beni primari, di assistenza residenziale per i senza fissa dimora, per gli immigrati, o le fondazioni anti usura ne hanno fatto le spese. Morale: «Si tratta di un vero e proprio bollettino di guerra fatto di numeri ma riguardante la vita di milioni di persone». Il grido del cardinale Sepe è condiviso dalla Chiesa: «I poveri muoiono, fate presto».

Arteon Shooting Brake R



Claudio M

#1
Nella mia vita, mai ho visto tanta gente rovistare nei cassonetti.

E' vero che i poveri aumentano come e' vero anche i ricchi e le loro ricchezze, ora dire fare presto a cosa o chi e' riferito?
Ultimamente spesso sento questa frase ma chi deve fare presto o come?

Io so per certo chi non fara' mai niente e so anche che se le tasse che versiamo sono il doppio della necessita' del paese ... so come si potrebbe fare, so bene dove vanno a fin ire le tasse e in cambio di cosa.

"fate presto" a chi?????

Fordista dal 1985.

Claudio M

Ma si chi se ne frega, noi stiamo bene, tu stai bene Vado, io sto bene, e' una cosa che non riguarda noi, gli esodati non sono affare nostro.
C'e' chi persiste nel scegliere chi ha fatto tutto cio', chi non se ne impippa manco per niente, chi somatizza inutilmente, ma non e' affar nostro.

Vado se posso darti un consiglio da amico e per il bene che ti voglio, non fare come il tuo solito che apri post epoi li abbandoni, seguili, seguili sempre, non farli morire se credi che siano cose giuste le tue osservazioni.

Fordista dal 1985.

Vadocomeundiavolo

Oggi e stata una giornata piena e ho seguito poco.
I bimbi a casa una sostituzione al lavoro, ormai le faccio tutte io, e un amico che ho venduto le valige della moto.

Comunque a me quello che da più fastidio di tutta sta storia, e che per il non saper governare di pochi , ci rimettono in molti.
Arteon Shooting Brake R



luckya

Citazione di: Vadocomeundiavolo il 26 Aprile 2013, 20:41:09
Oggi e stata una giornata piena e ho seguito poco.
I bimbi a casa una sostituzione al lavoro, ormai le faccio tutte io, e un amico che ho venduto le valige della moto.

Comunque a me quello che da più fastidio di tutta sta storia, e che per il non saper governare di pochi , ci rimettono in molti.

LA tua ultima frase la modificherei in "il non saper votare di alcuni" ma poi si scatenerebbe una polemica senza fine :)
"...Perché non c'è niente che io detesti di più dell'odore di marcio delle bugie"
10 Febbraio


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Pasquale S

 :) :) :) battuta.................
..........presuntuosa.............
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