Impianti GPL-Metano: come funzionano

Aperto da 27 Rosso, 21 Giugno 2010, 17:49:34

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27 Rosso

Funzionamento impianti a gas GPL e Metano,visto che tanti utenti hanno una ford alimentata con questi carburanti,credo che  gli faccia piacere sapere come funzionano le loro adorate macchinine. ;)
Nel corso degli ultimi dieci anni gli impianti a gas, sia gpl che metano, hanno subito una accelerazione tecnologica impressionante.
Praticamente dalla loro nascita erano rimasti immutati: forse ricordate tutti il bombolone, il riduttore di pressione a membrana, il tubone del gas che andava ad infilarsi in una flangia apposita sotto o sopra il carburatore, i due tubazzi dell'acqua proveniente dal motore e necessaria per gassificare il gpl o il metano.


I più "scafati" montavano una pompa ac elettrica, di solito comprata allo sfascio e di solito quella della vecchia Mini, questo serviva per un passaggio a benzina senza problemi a freddo se la macchina non ne voleva sapere di partire a gas. Si girava il commutatore, bello grande in basso a sx o a dx del volante, si aspettava che la pompa elettrica riempisse la vaschetta del carburatore, si tirava l'aria (molti oggi non sanno neanche cosa sia) e via.
Piano piano sono cominciate timidamente ad apparire alcune innovazioni, tipo l'indicatore di livello e il serbatoio a ciambella (Toroidale, ma sembra una parolaccia) al posto della gomma di scorta.
Poi nel 1993 arriva l'Euro 1, e praticamente tutte le auto passano ad iniezione, in genere monoiniettore, ma gli impianti ancora sonnecchiano, qualcosa comincia a muoversi via via che le specifiche Euro salgono, grossomodo ad Euro 2 cominciano a comparire i primi impianti ad iniezione gassosa e poi il salto tecnologico parte e ci troviamo oggi con impianti completamente diversi da quelli di solo 12 anni fa.

Abbiamo impianti ad iniezione liquida, common rail, senza più polmone per il preriscaldo del gas, con pompe sommerse e prestazioni praticamente identiche all'alimentazione a benzina, mentre nel metano compaiono bombole in alluminio e in fibra di carbonio notevolmente più leggere dei bomboloni in acciaio di qualche anno fa.
Ma è nel settore gpl che la tecnica fa un salto in avanti notevolissimo arrivando a sfornare impianti che sono vere chicche tecnologiche come questo della Vialle, una delle aziende più innovative del settore: Serbatoio toroidale con inclusa una pompa di mandata, un regolatore di pressione, con linea di ritorno, che provvede ad alimentare un common-rail con pressione adeguata al carico e costante, iniettori di gpl liquido, niente polmone preriscaldamento, centraline che dialogano con la sonda lambda e con l'ecu dell'iniezione benzina, prestazioni identiche a quelle della benzina, anzi in alcuni casi accelerazioni leggermente migliori, consumi inferiori, insomma il top.
Questo tipo di impianto ovviamente non può essere usato per il metano, viste le enormi differenze di pressione (circa 10 Bar il gpl oltre 200 il metano), ma anche lì si stanno facendo notevoli progressi, sopratutto nel settore serbatoio, da sempre punto dolente dell'impianto a metano. Le attuali bombole sono di alluminio e le ultime arrivate in fibra di carbonio, cosa che consente una notevole diminuzione del peso delle stesse.

Lo schema tipo di un impianto a metano è il seguente: Dal serbatoio a un riduttore di pressione (bistadio) attraverso un filtro a un rail che alimenta gli iniettori, tutto qui: semplice e funzionale.
Il controllo della pressione come nel gpl non è possibile perchè occorrerebbe ricomprimere il gas in eccesso.

Il tallone di Achille del metano è la sua scarsa autonomia, tra i 200 e i 350 Km più o meno e sopratutto la rete dei distributori carente in autostrada e in certe regioni, ma se avete un distributore a portata di mano il risparmio è notevolissimo, e anche l'ambiente ne trarrà vantaggio.
Per concludere: metano e GPL sono due validissime alternative agli impianti tradizionali, sia per il ridotto costo dei carburanti, sia per il minor impatto ambientale a causa soprattutto dei notevoli passi in avanti avuti nello sviluppo tecnologico.
Fonte :Wroar.net

ector67

tutti in attesa delle spugne molecolari
come da articolo...

E' stato pubblicato on line sulla rivista Nature (http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature15732.html) un articolo scientifico dal titolo Methane storage in flexible metal-organic frameworks with intrinsic thermal management, che potrebbe cambiare rapidamente lo scenario dei veicoli a gas metano. I materiali innovativi descritti nel lavoro (della classe delle cosiddette "spugne molecolari" o Metal Organic Frameworks – MOFs) superano, infatti, i problemi di sicurezza e praticità connessi all'uso di bombole ad alta pressione nei veicoli attuali.

La ricerca, frutto di una attività consolidata presso l'Università della California, Berkeley, e condotta dal gruppo diretto dal Prof. J. R. Long, vede tra i coautori italiani la Dott.ssa Antonella Guagliardi, dell'Istituto di Cristallografia, e il Prof. Norberto Masciocchi, dell'Università dell'Insubria. Tale collaborazione si inserisce nelle tematiche di ricerca del neonato To.Sca.Lab (toscalab.uninsubria.it), un laboratorio congiunto Insubria/CNR recentemente fondato presso la sede di Como dell'Ateneo.

I materiali oggetto dello studio risultano estremamente flessibili e rispondono, durante il processo di immagazzinamento di metano, con una serie di cambiamenti strutturali accompagnati da un anomalo effetto di assorbimento di calore. Il tutto permette di immagazzinare elevati volume di gas a pressioni più basse. Infatti, il MOF flessibile può essere caricato di metano utilizzando pressioni da 35 a 65 atmosfere (nei veicoli attualmente in circolazione il gas viene compresso a 250 atmosfere), e il gas viene rilasciato pressoché completamente alle pressioni (tra 5 e 6 atmosfere) a cui lavora il motore. Inoltre, l'energia richiesta dalla trasformazione strutturale del materiale minimizza i problemi di dissipazione del calore che si hanno con altri materiali  nella fase di assorbimento.

Il contributo importante del team del To.Sca.Lab si riferisce in particolare alla modellizzazione strutturale e dinamica del comportamento flessibile, e reversibile, di questi materiali, capaci di espandersi nel momento in cui vengono esposti al flusso di gas sotto pressione. L'utilizzo di tecniche sperimentali avanzate (scattering con radiazione di sincrotrone) e di software ed algoritmi numerici innovativi, sviluppati ad hoc, ha permesso di evidenziare il comportamento peculiare, in cui un materiale solido inizialmente molto denso, diventa altamente poroso in presenza di gas, grazie a movimenti atomici correlati associati ad una significativa variazione energetica.
FORD Focus 1.6 Ti-VCT 115CV SW
Pioneer Avic F9220bt
Sprintfilter sm
Impianto Metano Landi Renzi
Michelin Crossclimate

Scugnizzo

Grazie per questi due interessanti post  ;) ;)

🡱 🡳